condominio, DIRITTI, FAMIGLIA, MINORI

Vietato giocare

Per mesi non abbiamo visto in giro i bambini…scuole chiuse da un giorno all’altro, parchi blindati, giochi transennati…abbiamo detto ai nostri bambini che non potevano uscire e si sono fidati di noi; abbiamo raccontato loro che non potevano vedere i nonni e gli amici e si sono fidati di noi…si sono fidati di noi anche quando con un sorriso cercavamo di mascherare le nostre preoccupazioni.

I bambini hanno colorato le città con i loro arcobaleni sgargianti appesi a balconi e finestre e, visto così, il mondo a noi adulti è sembrato un pò migliore e per un pò ci abbiamo davvero creduto tutti che #sarebbeandatotuttobene.

E ora finalmente i bambini cercano di riprendersi i loro spazi…sono tornati a correre all’aria aperta, a percorrere con le loro bici spazi più lunghi del corridoio di casa, a riempire i cortili condominiali ma ecco che “No…in cortile non si può giocare…e a palla poi…” tuona una voce dal balcone che continua imperterrita nella sua prosopepea fatta di richiami a regolamenti condominiali e di richieste di intervento all’amministratore.

Ma come stanno davvero le cose?

Può sembrare scontato dire che giocare, e giocare liberi all’aria aperta, è fondamentale per un bambino – al pari dell’amicizia e della socialità (anche se in questo periodo  ce ne siamo dimenticati un pò tutti..sigh!)  – eppure è stato necessario sancirlo nella Convenzione dei Diritti del Fanciullo – “Gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica” – ed  è purtroppo doveroso ricordarlo –  al di là delle vicende condominiali – in quelle realtà in cui l’infanzia è tristemente negata e rinnegata.

Tornando alla vita condominiale, l’art. 1102 codice civile prevede che “Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purchè non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto[…]” va da sè quindi che i bambini possono utilizzare cortili e giardini comuni al pari degli adulti.

In questo senso il Comune di Milano, nel proprio Regolamento Edilizio, riconosce “il diritto dei bambini al gioco e alle attività ricreative proprie della loro età. Nei cortili, così come nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private deve essere consentito il gioco dei bambini, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo stabilite dai regolamenti condominiali. Il gioco dei bambini avverrà all’interno delle suddette aree, come sopra già individuate, con l’eventuale eccezione di quelle che verranno espressamente indicate, da apposita delibera condominiale, come interdette – in tutto o in parte – al gioco dei bambini. Tale eventuale interdizione potrà essere stabilita solo sulla base di fondati rischi, specificati in sede di delibera, per l’incolumità e/o per la sicurezza dei minori“.

Lasciamo quindi i bambini liberi di correre, di indossare ali per volare, di sentirsi campioni di calcio o esploratori di terre sconosciute; lasciamo che le regole, le responsabilità e il rispetto degli orari siano una “cosa da grandi”.

Il gioco è innegabile. Si possono negare quasi tutte le astrazioni: la giustizia, la bellezza, la verità, la bontà, lo spirito, Dio. Si può negare la serietà. Ma non il gioco.
(Johan Huizinga)

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