Sono passati 30 anni dal 2 settembre 1990, data di entrata in vigore della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention of the Rights of the child – CRC) adottata all’unanimità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, giorno del trentesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo, poi ratificata in Italia con legge n. 176 del 27 maggio 1991.
Peculiarità di questo Trattato è l’aver dato per la prima volta espresso riconoscimento al “fanciullo” (nella sua accezione più ampia ricomprendendo ogni essere umano – bambini, bambine e adolescenti – avente un’età inferiore a diciotto anni) come soggetto titolare – e non più solo come destinatario passivo oggetto di tutela – di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, che devono essere promossi e tutelati da parte di tutti.
Per celebrare questo anniversario l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza ha pubblicato on line una versione in linguaggio semplice della Convenzione di modo che anche i più piccoli possano leggerla e comprenderla.
Sempre on line è disponibile una sorta di versione 2.0 della Convenzione riscritta da bambini, bambine e adolscenti di oggi i quali sintetizzano e interpretano a modo loro i diritti che vorrebbero vedersi riconosciuti tra cui quelli che, per me, ne sono l’essenza:
il diritto al gioco, alla lentezza e al sogno inteso come “diritto di ogni bambino a non doversi vergognare delle sue paure, a non capire subito le cose e a partecipare alla scelta dei libri che studierà a scuola. Ha diritto a prendersi tutto il tempo necessario, e anche perdere del tempo. Ogni bambino ha diritto al tempo libero per poter giocare all’aria aperta da solo o in compagnia, per poter fantasticare e crescere. Gli insegnanti e i genitori devono evitare di “riempire” i bambini di compiti e attività. Tutti i bambini hanno diritto a coltivare i propri sogni e avere la possibilità di realizzarli. Gli adulti devono sostenerli e incoraggiarli a non mollare mai, affinché credano sempre nelle loro potenzialità. Un bambino felice, domani sarà un adulto migliore”;
il diritto a partecipare e a sbagliare perchè tutti i bambini hanno “diritto a sbagliare e fare degli errori. I bambini devono poter partecipare ad attività ed esperienze di qualsiasi genere, anche sportive, senza esclusioni per motivi legati all’età, alla razza, al sesso, alla “bravura”. Bisogna offrire a tutti l’opportunità di mettersi in gioco a prescindere dai risultati. Ogni bambino deve avere diritto all’occasione di sperimentare, mettersi alla prova, fare nuove esperienze oppure ritentare e cimentarsi in ciò in cui non è riuscito in passato”;
il diritto all’unicità perchè ogni bambino ha “diritto a sentirsi unico, senza mai sentirsi dire che deve essere come tutti gli altri bambini. Ha il diritto di guardare il mondo salendo sulle spalle dei genitori e non dal basso tenuto per mano. Ogni bambino ha diritto a essere rispettato indipendentemente dal carattere riservato o per le sue diversità. Lo stesso ha il diritto di vivere sereno senza essere deriso dagli altri”.
“Quando il primo bambino rise per la prima volta, la sua risata si sbriciolò in migliaia di frammenti che si sparpagliarono qua e là. Fu così che nacquero le fate.” (James Matthew Barrie – Peter Pan).
Buon compleanno!